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Addio al professor Gianni Conti. "Ci ha insegnato ad amare la vita"
Riferimento per centinaia di studenti, anche con il suo salotto letterario
Sesto Fiorentino, 8 novembre 2016 - E’ scomparso ieri dopo una breve e terribile malattia Gianni Conti, professore di lettere fra i più conosciuti in città. Aveva solo 65 anni. Animatore di un salotto letterario a Sesto Fiorentino e ideatore del premio nazionale Arte di parole, organizzato dal Gramsci Keynes di Prato, Conti lascia un grande vuoto nella vita di tanti pratesi che sono stati suoi allievi. Ecco il commosso ricordo di uno di loro.
IN UN PERIODO storico in cui la figura dell’insegnante viene troppo spesso declassata, Gianni Conti era un faro e un’eccezione. Il professor Conti, com’era conosciuto a Prato e non solo, ha dato tutto se stesso per le centinaia di studenti che dall’inizio degli anni Ottanta hanno avuto la fortuna di essere suoi allievi. Prima al Dagomari poi al Keynes, unito in anni recenti al Gramsci, Gianni Conti è stato capace di instaurare con molti di noi un rapporto quasi filiale.
NON AMAVA il personaggio del professor Keating de «L’Attimo Fuggente». Lo riteneva eccessivo e fin troppo teatrale. Ma lui, per noi, a suo modo, era un punto di riferimento. E in ogni caso con quel personaggio aveva in comune la straordinaria capacità di svegliare la curiosità nei suoi allievi, di convincerli a pensare con la loro testa, di farli innamorare della conoscenza e non di rado della letteratura, che lui insegnava come nessuno. Tra lui e Keating c’era però una profonda differenza. Gianni era vero, in carne ed ossa, e c’è stato ogni volta che ognuno di noi ha avuto bisogno di lui. Ben dopo l’esame di maturità, durante gli anni degli studi universitari – che in tanti hanno deciso di intraprendere anche grazie a lui – e dopo ancora. Perché Gianni Conti era un uomo generoso e intellettualmente onesto. Merce rarissima dunque.
DA VENTIDUE anni teneva a giovedì alterni nella sua abitazione di Sesto Fiorentino un salotto letterario, grazie al quale molti dei suoi studenti hanno iniziato la sana abitudine di leggere e commentare romanzi, confrontandosi tra di loro e con lettori di generazioni differenti. Fino a dar vita ad una scuola di scrittura e creando poi un premio letterario, Arte di Parole, che dal Gramsci- Keynes ha raggiunto dimensioni nazionali. Tutto pagato di tasca propria. Un mecenatismo sempre rivolto ai giovani, perché in loro credeva, nonostante tutto, da sempre.
Una malattia rapidissima gli ha impedito di concludere serenamente la sua carriera di insegnante. Se n’è andato in silenzio, perché non avrebbe voluto né lacrime né compassione. Alla morte si risponde con la vita, mi ha insegnato. Ed è così che, penso, dovremmo ricordarlo.
Maurizio Ciampolini